Se dunque uno è in Cristo, egli è una nuova creatura – 2Corinzi 5:17 – La Bibbia

Com’è morto Giuda Iscariota? Atti contraddice Matteo?

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Questa voce fa parte 7 di 18 nella serie Contraddizioni bibliche presunte

Come è morto Giuda, il traditore di Gesù? Esaminando il testo biblico, ci si trova davanti ad una possibile contraddizione tra il testo del vangelo di Matteo  e il testo del libro degli Atti.

Possiamo dare una spiegazione? Ne parliamo in questo video.

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In Matteo 27:3-5 leggiamo così:

Allora Giuda, che l’aveva tradito, vedendo che Gesù era stato condannato, si pentì, e riportò i trenta sicli d’argento ai capi dei sacerdoti e agli anziani, 4 dicendo: «Ho peccato, consegnandovi sangue innocente». Ma essi dissero: «Che c’importa? Pensaci tu». 5 Ed egli, buttati i sicli nel tempio, si allontanò e andò a impiccarsi. 

Invece in Atti 1:18 leggiamo:

Egli dunque acquistò un campo con il salario della sua iniquità; poi, essendosi precipitato, gli si squarciò il ventre, e tutte le sue interiora si sparsero. 

I due brani sembrano parlare di due morti diverse. Secondo il brano di Matteo,  Giuda, preso dal rimorso per aver tradito Gesù, cercò di restituire il denaro ai capi dei sacerdoti, poi andò ad impiccarsi.

Ma nel brano di Atti 1:18, Pietro parla di un  Giuda  che, essendosi precipitato,  essendo caduto in modo rovinoso, ha subito dei gravi danni, il suo ventre si è squarciato e le sue interiora si sono sparse.

Ora, possono in effetti sembrare due descrizioni molto diverse, ma non è poi così difficile capire a cosa siano dovute.

Innanzitutto notiamo che il brano di Matteo ci dice esattamente il modo in cui Giuda si uccise, impiccandosi. Nel brano di Atti, invece  ci viene descritto lo stato del suo corpo quando è stato ritrovato. 

Qualcuno potrebbe dire: “Ma se  una persona si impicca, per quale motivo dovrebbe precipitare e  il suo ventre dovrebbe squarciarsi?”

Ci sono un paio di possibilità. La prima è che sia passato qualche giorno dall’impiccagione di GIuda al ritrovamento del suo cadavere ancora appeso all’albero.

Consideriamo che Giuda si è impiccato poco dopo aver tradito Gesù, molto probabilmente prima che Gesù stesso fosse crocifisso, e probabilmente è passato qualche giorno prima che il suo cadavere fosse trovato. Come sappiamo era appena cominciata la settimana pasquale. Durante quella settimana, probabilmente anche se qualcuno avesse visto quel cadavere appeso, nessun Giudeo sarebbe andato a tirarlo giù con sollecitudine  perché, proprio essendo all’interno della festività, nessuno avrebbe voluto toccare un cadavere, perché ciò avrebbe reso quella persona impura dal punto di vista rituale, quindi non adatta a partecipare ai riti connessi con la festività.

Quindi, anche se qualcuno avesse trovato il cadavere di Giuda, difficilmente lo avrebbe toccato prima che trascorressero i giorni più solenni della festività.

Se fossero passati da 3 a 5 giorni dopo l’impiccagione, dai testi di medicina sappiamo che la putrefazione poteva essere già abbastanza avanti quando lo hanno tirato giù dall’albero.

Infatti la scienza medica  ci dice che subito dopo la morte il corpo inizia il suo decadimento interno e dopo tre giorni si entra nella fase del cosiddetto livore e il corpo inizia a produrre molti gas.  A causa dei gas, il corpo umano può addirittura raddoppiare di dimensioni. Tra 3 e 7 giorni, la pressione dei gas prodotti dalla putrefazione associati al cambiamento dei tessuti molli può portare ad un indebolimento delle pareti addominali che possono sfociare in aperture dell’addome e del torace.

Se il corpo di Giuda  fu  tirato giù dall’albero qualche giorno dopo, la putrefazione era già in corso, il che spiegherebbe la descrizione che abbiamo trovato negli atti.  Quando hanno tagliato la corda su cui era appeso, non c’è da stupirsi che l’impatto sul terreno abbia causato delle aperture nelle sue viscere causate dalla pressione dei gas interni e dalla decomposizione in corso. 

C’è anche un’altra possibilità, come avevo detto, ovvero che il corpo di Giuda non fosse più sull’albero quando lo ritrovarono, ma fosse già precipitato per conto proprio, per rottura della corda, con i medesimi effetti descritti prima.

Ad ogni modo, la descrizione di Pietro nel libro degli Atti non si concentra sul metodo con cui Giuda si è tolto la vita, ma piuttosto sulle condizioni in cui era il suo corpo quando lo hanno ritrovato.

C’è però un’altra questione da chiarire su questo episodio. Infatti in Matteo 27: 6-8 leggiamo:

6 Ma i capi dei sacerdoti, presi quei sicli, dissero: «Non è lecito metterli nel tesoro delle offerte, perché sono prezzo di sangue». 7 E, tenuto consiglio, comprarono con quel denaro il campo del vasaio perché servisse per la sepoltura degli stranieri. 8 Perciò quel campo, fino al giorno d’oggi, è stato chiamato: Campo di sangue. (Matteo 27:6-8)

In atti 1:18-19 invece leggiamo:

Egli dunque acquistò un campo con il salario della sua iniquità; poi, essendosi precipitato, gli si squarciò il ventre, e tutte le sue interiora si sparsero. 19 Questo è divenuto così noto a tutti gli abitanti di Gerusalemme, che quel campo è stato chiamato nella loro lingua “Acheldama”, cioè “campo di sangue”. (Atti 1:18-19)

Entrambi i brani ci dicono il motivo per cui quel campo era conosciuto come “campo di sangue”. Tuttavia ci sono delle differenze. Matteo dice che sono stati i sacerdoti ad acquistare il campo, mentre Luca dice che è stato Giuda ad acquistarlo. È una contraddizione insormontabile?

No. Infatti anche in questo caso gli studiosi della lingua ci vengono in aiuto e ci dicono che Matteo e Luca hanno  usato due parole diverse. Matteo ha utilizzato una  parola che si riferiva all’acquisto , cioè ad una vera e propria transazione commerciale.

Luca invece utilizza una  parola che si riferisce all’acquisizione di  qualcosa, senza un riferimento esplicito ad una transazione commerciale. 

Se ci pensiamo bene, ha senso. Infatti Matteo descrive i dettagli di ciò che è avvenuto in quel giorno indicando che sono stati i sacerdoti ad acquistare il campo utilizzando il denaro che Giuda, dopo ripensamento, aveva rifiutato.  Il testo degli Atti ci dice che, di fatto, quel campo è stato acquisito da  Giuda, ovvero era stato acquistato per conto di Giuda,  indipendentemente da chi ha fatto la transazione commerciale. 

In effetti è proprio così. Infatti il campo  fu acquistato con i soldi di Giuda e di fatto apparteneva a lui. Se ci riflettiamo un attimo,  i  sacerdoti non avrebbero mai potuto comprare un campo a loro nome con quel denaro, visto che avevano esplicitamente detto che non potevano accettare quel denaro dalle mani di GIuda perché era “prezzo di sangue”.   Per quanto ipocrita possa apparire il loro comportamento, le leggi rituali impedivano ai sacerdoti di accettare quel denaro che era stato usato per scopi immorali.  Pertanto è plausibile che essi utilizzarono quei soldi per la transazione commerciale, ma di fatto l’acquisto avvenne a nome di Giuda, non a loro nome, l’unico modo che avevano per poter affermare di non aver accettato quel denaro.  

Luca, nel libro degli Atti, riporta ciò che decenni dopo si sarebbe letto nei documenti ufficiali su quella transazione, ovvero il fatto che il campo ufficialmente apparteneva a Giuda. Matteo invece ci ha fornito  i dettagli di come le cose sono andate, con i sacerdoti che hanno materialmente effettuato la transazione commerciale, ma i due racconti sono in effetti coerenti tra loro. Alla fin fine, comunque tutti sapevano che quel campo era stato utilizzato per seppellire gli stranieri ed era conosciuto come “campo di sangue”.

Spero che questo breve video sia stato utile per chiarire i vostri dubbi sulla morte di Giuda, colui che tradì Gesù.  

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